Prospettiva centrale

All’inizio del Quattrocento, a opera del grande architetto fiorentino Filippo Brunelleschi, si iniziò a donare rigore scientifico alla rappresentazione della profondità, prima solo accennata da Giotto. Attraverso studi ed esperienze condotte con l’aiuto di strumenti ottici, Brunelleschi pervenne ad un procedimento metodologico per rappresentare gli edifici in prospettiva, che illustrò graficamente in due tavolette andate purtroppo perdute, ma che sostanzialmente conosciamo grazie alla prima trattazione scritta dell’argomento, il De Pictura(1434-1436), scritto dall’architetto Leon Battista Alberti.

Si tratta, di fatto, di un metodo geometrico-matematico di rappresentazione dello spazio per cui le linee della profondità vengono fatte convergere verso un punto di fuga, collocato sul fondo del supporto, e queste linee servono per guidare il pittore nella rappresentazione degli elementi visti nel loro progressivo rimpicciolirsi man mano che si allontanano dall’occhio di chi li osserva. Era stata proprio questa la grande intuizione di Brunelleschi: comprendere che per dare una rappresentazione verosimile dello spazio, era necessario adottare un punto di vista fisso.

Per rappresentare uno spazio si parte dalla realizzazione di una linea dell’orizzonte e dal fissare un punto di fuga centrale. Posti questi elementi è possibile costruire una stanza disegnando un rettangolo attorno al punto di fuga e unire i vertici del rettangolo stesso al punto di fuga. Così facendo si è ottenuto lo schema di un interno con pavimento, soffitto e pareti laterali. Bisogna però distinguere le varie pareti a partire dal pavimento in andiamo a rappresentare delle piastrelle quadrate.

Bisogna dividere in spazi uguali la linea in basso del rettangolo e unire ognuno di questi punti col punto di fuga. Poi si tira una linea diagonale leggerissima, che unisce un angolo del rettangolo con in vertice basso opposto del pavimento. In ogni punto in cui questa diagonale taglia le precedenti linee del pavimento bisogna far passare una linea orizzontale e mi raccomando… che siano tutte orizzontali.

Bè più di tante parole è più comprensibile seguire il video-tutorial realizzato da un collega tenendo ben a mente le tre regole base della prospettiva centrale:

1- le linee orizzontali rimangono orizzontali

2- le linee verticali rimangono verticali

3- le linee della profondità convergono verso il punto di fuga

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